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Un personaggio su thin ice

Trevor lavora come macchinista. C’è un ragazzo come lui in ogni negozio sindacale, un ragazzo che conosce tutte le regole e lavora secondo loro ed è una spina nel fianco su di loro. I suoi collaboratori pensano che sia strano; forse li spaventa un po’. Il suo capo chiede un campione di urina. Un giorno si distrae e di conseguenza uno dei suoi collaboratori perde una mano. La vittima, Miller (Michael Ironside) sembra quasi meno turbata per l’incidente di Trevor., Ma poi Trevor non ha riserve, nessuna imbottitura; le sue terminazioni nervose sembrano esposte al dolore e alla delusione.

Stevie (Jennifer Jason Leigh) è una consolazione. Fanno sesso, sì, ma questo è il minimo. Lei vede il suo bisogno. Trevor sta leggendo L’idiota di Dostoevskij e forse c’è un parallelo tra Stevie e Nastassia, l’eroina di Dostoevskij, che è attratta da un uomo autodistruttivo e pericoloso. Leigh ha giocato un sacco di prostitute nella sua carriera, ma ognuno è diverso perché lei li definisce da come sono necessari così come da ciò di cui hanno bisogno.,

Marie (Aitana Sanchez-Gijon) è l’altra faccia della medaglia, una presenza allegra nel cuore della notte. “Sei solo”, dice a Trevor. “Quando lavori a turno fino a quando ho, si arriva a conoscere il tipo.”Si chiede perché viene fino in aeroporto solo per una tazza di caffè e una fetta di torta. Non le dispiacerebbe uscire con lui.

Poi c’è la questione di Ivan (John Sharian), il collaboratore distratto e inquietante che forse ha contribuito all’incidente. Una volta ha perso alcune dita in un trapano e i dottori le hanno sostituite con le dita dei piedi., “Non posso mischiare le carte come una volta”, dice. Né, a quanto pare, può colpire l’orologio: i ragazzi del negozio sostengono che non esiste. Trevor se lo sta immaginando? E qual è il significato delle note post-it che sembrano una versione incompleta di un puzzle dell’Impiccato?

“The Machinist” ha un finale che fornisce una spiegazione soddisfacente, o almeno credibile, per i suoi misteri e contraddizioni. Ma il film non riguarda la trama, e mentre la conclusione spiega l’angoscia di Trevor, non ne tiene conto., Il regista Brad Anderson, che lavora da una sceneggiatura di Scott Kosar, vuole trasmettere uno stato d’animo, e lui e Bale lo fanno con efficacia inquietante. La fotografia di Xavi Gimenez e Charlie Jiminez è ardesia fredda, blu e grigi, il palato della disperazione. Vediamo il mondo di Trevor così chiaramente attraverso i suoi occhi che solo gradualmente ci viene in mente che ogni vita è vista attraverso un filtro.